TITOLO DEL LIBRO: DIECI PICCOLI INDIANI
(Agatha Christie)
RIASSUNTO:
Dieci persone, estranee l’una all’altra, sono state invitate a soggiornare in una splendida villa, situata nell’isola di Nigger Island. L’invito arriva tramite lettera e tutte, anche se per ragioni diverse, accettano di soggiornare nell’isola curiosi, tra l’altro, di conoscere il nuovo proprietario. Una volta arrivati scoprono che il padrone di casa è un certo Owen il quale, ha dato notizia ai Sigg.ri Rogers, i maggiordomi della casa, che non potrà intrattenere i suoi ospiti. Dopo aver cenato, il maggiordomo Rogers, secondo le istruzioni ricevute dal signor U.N.Owen, fa ascoltare un disco agli ospiti e lo stesso contiene un messaggio che accusa ciascuno di loro di essere un assassino lasciato impunito. Si scopre, infatti, che tutte e dieci le persone presenti hanno commesso dei delitti anche se gli stessi negano apertamente la colpa attribuita ad eccezione di uno di loro. Per i protagonisti (presunti assassini), inizia un incubo, infatti ognuno di loro verrà assassinato rispettando i contenuti di una filastrocca per bambini che si trova riprodotta sul caminetto di ogni stanza occupa dagli ospiti della villa. Ad avvalorare la filastrocca, sul tavolo della sala da pranzo, ci sono dieci piccole statuette di porcellana che scompaiono man mano che muore qualcuno. La filastrocca è così:
“Dieci piccoli negretti se ne andarono a mangiar, uno fece indigestione, solo nove ne restar. Nove poveri negretti fino a notte alta vegliar: uno cadde addormentato, otto soli ne restar. Otto poveri negretti se ne vanno a passeggiar: uno, ahimè, è rimasto indietro, solo sette ne restar. Sette poveri negretti legna andarono a spaccar: un di lor s’infranse a mezzo, e sei soli ne restar. I sei poveri negretti giocan con un alvear: da una vespa uno fu punto, solo cinque ne restar. Cinque poveri negretti un giudizio han da sbrigar: un lo ferma il tribunale, quattro soli ne restar. Quattro poveri negretti salpan verso l’alto mar; uno un granchio se lo prende, e tre soli ne restar. I tre poveri negretti allo zoo vollero andar: uno l’orso ne abbrancò, e due soli ne restar. I due poveri negretti stanno al sole per un pò: un si fuse come cera e uno solo ne restò. Solo, il povero negretto in un bosco se ne andò: ad un pino s’ impiccò e nessuno ne restò”.
Il romanzo finisce con la morte di tutti gli ospiti e del ritrovamento dei cadaveri da parte della polizia locale che tenta di svelare il mistero di quegli assassini. Viene fatta poi luce sugli eventi quando vengono rinvenute le memorie del giudice Wargrave che ammette la sua colpevolezza e narra come si sono svolti i fatti.
I PERSONAGGI
· Lawrence John Wargrave è un giudice in pensione sospettato di aver condannato ingiustamente a morte Edward Seton, accusato di aver ucciso una anziana signora. Il giudice viene invitato nell’isola da una amica di nome Constance Culmington. Wargave è l’unico personaggio che dimostra di avere sotto controllo la drammatica situazione e invita gli altri ad analizzare con metodo i fatti che si stanno succedendo. E’ solo alla fine del libro che si scopre la vera natura del giudice e dell’incredibile architettura del piano messo in atto. Il giudice decide di lasciare un messaggio ai posteri per spiegare come sono realmente avvenute le uccisioni delle dieci persone, questo secondo me per due ragioni: la prima è per dimostrare le sue grandi capacità e la seconda perché la sua natura di giudice non poteva lasciare impunito l’assassino.
· Vera Elisabeth Claythorne è giovane insegnante di ginnastica che ha dovuto rinunciare al suo lavoro di governante, dopo la morte di un bambino Cyril, da lei accudito e per il quale ha subito un processo giudiziario dal quale ne è uscita innocente. Viene invitata sull'isola da Una Nancy Owen con l’incarico di segretaria. La donna, accusata dal personaggio misterioso dell’isola di aver fatto annegare il ragazzo in apparenza nega a tutti il fatto anche se in cuor suo è ben cosciente di aver agito in modo assolutamente imprudente e che la distrazione è dovuta all’amore che provava per un uomo che, dopo i fatti si allontana per sempre dalla sua vita conscio della sua colpa. La donna vive tutta la trama del libro percorsa da un senso di paura per ciò che sta accadendo ma il tempo non fa che darle sempre più coscienza del suo grave errore. Il senso di colpa la indurrà al suicidio con gli strumenti offerti dal misterioso assassino.
· Philip Lombard è un ex capitano dal passato turbolento ed in crisi finanziaria. E’ giunto sull'isola per aiutare, in faccende poco chiare, il proprietario della casa. Viene accusato di aver lasciato morire di fame 21 indigeni di una tribù africana. E’ l’unico ad affermare la verità sulla morte degli indiani.
E’ un personaggio che, secondo me, non dimostra una grande personalità e, cerca di “”aggrapparsi alle intuizioni e alle proposte formulate da altri.
· Emily Caroline Brent è un'anziana signora benestante, molto religiosa e dal comportamento severo. E’ una persona che mostra compassione e comprensione verso gli altri. Viene accusata, a causa del comportamento eccessivamente religioso, di aver provocato il suicidio della sua giovane governante, Beatrice Taylor, da lei licenziata dopo aver scoperto che la giovane donna era rimasta incinta sebbene non maritata.
La donna cerca sempre di essere molto pia ed assume atteggiamenti ed opinioni molto religiose anche se, non manca, di riconfermare con fermezza la correttezza di quanto ha fatto verso la giovane governante da lei licenziata perché “’’nel peccato’’ dimostrando un anima poco incline al perdono.
· John Gordon Macarthur è un anziano vedovo e generale veterano della Grande Guerra che per scelta si allontana dagli ex-colleghi dell'esercito a causa di voci che parlavano di una vendetta da lui commessa a danno di un giovane ufficiale di nome Arthur Richmond, amante di sua moglie. E’ una figura secondo me poco significativa nel libro infatti l’assassino decide di farlo morire tra i primi.
· Il dottor Edward George Armstrong è un medico chirurgo che nel corso degli anni ha saputo ottenere una certa fama; è stato chiamato sull'isola dal proprietario della casa per curare la moglie di Owen. Viene accusato di aver provocato la morte di Louisa Mary Clees, un’anziana signora, a causa di una operazione che ha condotto in modo sbagliato perché ubriaco.
E’ un personaggio significativo nel libro perché la sua professione rende capace di individuare la causa della morte delle persone e quindi di accertare una morte avvenuta in modo non naturale. E’ lui la persona che accompagnerà il giudice Wargrave nell’apparente indagine che si compie per svelare il colpevole. Purtroppo però il dottore pecca di una grande ingenuità e non viene neppure sfiorato dal dubbio che Wargrave può essere l’assassino; non presta infatti attenzione alle parole della filastrocca che parlano di un indiano che ‘’’prende un granchio”’’. L’alleanza con il vecchio giudice gli sarà quindi fatale.
· Anthony James Marston era nato da una ricca famiglia inglese, ed aveva fama di essere un playboy con un'irrefrenabile passione per le automobili e l'alta velocità. E’ proprio questa passione a metterlo nei guai. Viene accusato di aver investito ed ucciso John e Lucy Combes.
E’ un personaggio secondo me con poco personalità e non dimostra di avere grandi doti di prendere in mano la situazione e cercare una soluzione per salvarsi la vita.
· William Henry Blore è un rozzo ex agente di polizia che ha intrapreso la carriera di investigatore privato; viene invitato sull'isola poiché incaricato dal proprietario della casa di proteggere i gioielli della signora Owen. Qui viene accusato di aver fatto condannare a morte un uomo a causa della sua falsa testimonianza.
E’ un personaggio che ha un ruolo importante nella trama del libro perché, secondo me, tenta di mettere in campo tutte le tecniche del mestiere per salvarsi la pelle prima fra tutti la possibilità di far uso della sua pistola. In realtà, a ben vedere, non dimostra di possedere un grande fiuto anche perché l’arma gli viene sottratta e poi restituita senza che lui se ne accorga.
· Thomas Rogers, il maggiordomo e la sua sensibilissima moglie Ethel, cuoca e cameriera, sono gli eredi di una parte della fortuna della ricca signora presso la quale prestavano servizio ed ora sono chiamati assassini perché colpevoli di aver ‘’’aiutato’’ a morire la padrona. Sono personaggi che hanno poca rilevanza nel libro perché sono i primi a morire.
Tra i personaggi secondari:
· Fred Narracott, il barcaiolo che accompagna i malcapitati invitati sull'isola, è lui l'unico che garantisce un collegamento con la terraferma.
· Morris, spacciatore di stupefacenti, aveva indotto una ragazza, che in seguito si suicidò, drogandosi. Usato anche come intermediario per acquistare l'isola (Nigger Island).
Il metodo investigativo:
I protagonisti della vicenda, dopo il primo momento di smarrimento e di incredulità di fronte a quello che stava loro capitando, a seguito della morte dei maggiordomi e del terzo assassinio, si rendono conto che, in qualche modo devono prendere in mano la situazione e raccogliere la triste provocazione della filastrocca che si sta avverando.
In realtà non tutti i protagonisti hanno la stessa capacità di analisi né sanno affrontare con lucidità i tristi eventi. E’ questo il caso delle due donne rimaste ancora in vita, la signora Claythorne e la signora Emily che sono più portate ad una analisi personale circa l’accusa che le viene loro attribuita e quindi sono più portate ai sensi di colpa.
Gli uomini dimostrano invece maggiore capacità di voler affrontare il mistero e cercare di allontanarsi dall’isola maledetta. In un primo tempo i più giovani cioè l’ex-investigatore ed il play-boy cercare di raccogliere le prove che hanno al fine di identificare il possibile assassino che si cela tra di loro in un clima di assoluta mancanza di fiducia. In un secondo tempo, l’indagine investigativa muta completamente il suo corso perché il “”’’gioco’’” viene condotto dal vecchio giudice con l’appoggio del medico. E’ proprio a questo punto che, i sopravvissuti, seguono le intuizioni e le proposte offerte dal giudice e quindi ne nasce un clima di fiducia cadendo, purtroppo, nella trappola del ‘’lupo’’.
TITOLO DEL LIBRO: FIRMATO PIC-PUS
(Simeon)
1. Trama
2. Personaggi
1. Il protagonista di questo libro è l’ispettore Maigret che si trova a risolvere un insolito caso.
Al Commissariato viene recapitato, su un foglio di carta assorbente, uno strano messaggio:
Domani, alle cinque di pomeriggio ucciderò l’indovina.
Firmato Pic-Pus
Maigret non può fare altro che attendere l’inevitabile che, puntualmente, accadde. Durante la snervante attesa, si presenta in Commissariato, un tale Sig. Mascouvin che si auto denuncia di aver sottratto dei soldi alla società per cui lavora per sanare un pesante debito di gioco. Ma ecco che arriva la notizia dell’assassinio dell’indovina e Maigret si reca sul luogo del delitto e oltre ad accertare le cause della morte di Jeanne per accoltellamento, scopre che nell’appartamento, chiuso in cucina, c’è un tal signor Le Cloaguen dall’aspetto alquanto dimesso ed instabile negli atteggiamenti. Con questi pochi elementi Maigret inizia la sua indagine che, lo porterà, in non pochi momenti ad essere scoraggiato sul buon esito finale. Apparentemente tutti gli elementi portano a dire che l’assassino è Le Cloaguen ed i superiori di Maigret insistono per formulare una perizia medica capace di confermare la colpevolezza. Maigret non è convinto dell’ipotesi ma anzi, a modo suo, si è affezionato al povero Le Cloaguen che vive praticamente “prigioniero” della moglie e della figlia malgrado goda di una rendita vitalizia mensile riconosciutagli da un ricco signore per aver salvato a suo tempo la figlia durante l’esercizio della sua professione di medico. La maestria ed il fiuto investigativo di Maigret riescono a mettere insieme questo delicato puzzle dove, con grande sorpresa di tutti, scopre che l’uccisione dell’indovina è frutto di una vera e propria truffa.
La storia continua con interrogatori, pedinamenti e deduzioni del commissario che poi porteranno alla soluzione del caso.
Il povero Le Cloaguen non ha ucciso l’indovina, benché sia stato effettivamente rinchiuso in cucina da lei, ma anzi le era affezionato perché aveva scoperto essere sua figlia Maigret scopre inoltre che il signor Le Cloaguen in realtà è un barbone “””””””””””””””preso” per strada dalla presunta moglie al fine di garantire la cospicua rendita che permetteva la donna di vivere agiatamente dopo la morte del vero Le Cloaguen. Il commissario capisce anche che Pic-Pus non esiste ma è solo la fantasia del povero Sig. Mascouvin che, preso dai rimorsi per gli illeciti commessi, ha inventato il personaggio guardando un cartello pubblicitario nel tentativo di avvisare la polizia del complotto in atto e del preannunciato omicidio dell’indovina. La truffa era così articolata: l’indovina Jeanne con l’ausilio della sfera di cristallo catturava nelle sue “reti” i segreti dei suoi clienti che diventavano facili prede per essere ricattati. Le informazioni venivano raccolte da Justin, l’uomo dalla “cabriolet verde,” e trasmessi al Signor Blaise il grande capo. La faccenda si complica quanto viene scoperta la vera identità del falso Le Cloaguen e quindi dei possibili e lauti guadagni che si possono intascare. E’ proprio a questo punto che l’indovina Jeanne decidere di proteggere il vecchio padre e probabilmente di denunciare la banda. Questa decisione costringerà, ahimè, il resto della banda a farla fuori.
2. Maigret. L'autore lo descrive come un uomo dal fisico massiccio, largo di spalle, dall'aspetto distinto, ma dall'indole burbera; amante della buona cucina, bevitore d'abitudine e accanito fumatore di pipa. Il suo metodo investigativo consiste nell'immergersi nelle atmosfere dei luoghi in cui i delitti sono stati commessi e, lasciandosi guidare dal proprio istinto, nell'immedesimarsi e cercare di comprendere la personalità dei diversi protagonisti di un caso criminale, sino al punto, talora, di arrivare a giustificare il loro comportamento.
Maigret è dotato di un grande intuito, una capacità di osservazione fin nei minimi particolari e di immedesimazione oltre ad avere una capacità di deduzione non indifferente. Non si ferma davanti a nessuna difficoltà cercando sempre di arrivare alla soluzione del caso. La grande caratteristica di Maigret è la tenacia; interroga molti testimoni e li mette a loro agio per indurli a dire la verità. E’ un uomo preciso nel dare ordini ai colleghi. A volte è talmente immerso in un caso che pensa solo a quello, sia di giorno che di notte, tanto da perdere anche il sonno.
Il signor Le Cloaguen ha un ruolo molto importante nella storia perché è l’unico testimone presente sul luogo dell’assassinio. Questo signore, malgrado percepisse una rendita molto elevata, vive in realtà nella più completa povertà tanto da indossare, in qualsiasi stagione, un vecchio e logoro cappotto. Veniva chiuso ogni giorno nella sua stanza dalla moglie e dalla figlia. Alla fine del libro si capisce che non è il vero le Cloaguen ma è un barbone trovato per strada dalla moglie e dalla figlia a seguito delle morte del marito al fine di garantirsi la cospicua rendita.
Il falso Le Cloaguen, a precisa domanda di Maigret, risponde di aver accettato la proposta delle due donne per “togliersi dalla strada” e per avere un pasto garantito. In realtà la vita dell’uomo è assai triste perché viene considerata una presenza scomoda e fastidiosa tanto da essere messo ripetutamente sotto chiave in casa propria. L’unico elemento di felicità dell’uomo era quello di aver ritrovato la figlia.
Mascouvin è la persona più strana e controversa del libro nel senso che è un uomo che, in preda ai suoi rimorsi, si costituisce a Maigret pur non riuscendo a dire tutto ciò che sa. I rimorsi che lo accompagnano per le azioni illecite da lui compiute lo portano a tentare il suicidio. Maigret scopre che Mascouvin è l’autore del famoso messaggio firmato Pic-Pus, fatto, con ogni probabilità, nel tentativo di mettersi a posto la coscienza.
Pic-Pus non è un vero personaggio ma è ideato dall’immaginazione di Mascouvin che, guardando un cartello pubblicitario ne trova ispirazione.
Justin è l’assassino di Jeanne ed è un personaggio che rimane, in tutta la trama del libro, misterioso e alquanto defilato. Viene sempre citato come l’uomo dalla cabriolet verde e di lui non si sa nulla fino alla fine della storia quando, l’intuizione di Maigret, lo colloca nella trama della truffa e ne individua il giusto ruolo all’interno del complotto ideato ai danni dei clienti dell’indovina.
Il Signor Blaise è la vera mente pensante della truffa che si cela nella sua apparente vita di agiatezza e svago. E’ lui che impartisce gli ordini alla banda ed è il mandante dell’assassinio dell’indovina.
TITOLO DEL LIBRO: IL MASTINO DEI BASKERVILLE
(Arthur Conan Doyle)
Nella landa desolata del Dartmoor, il signor Charlie Baskerville, muore a causa di un attacco cardiaco. Il suo cadavere viene rinvenuto nel giardino della sua villa. Il dottor Mortimer, un grande amico del defunto, afferma che secondo lui Charlie, non è morto per cause naturali, ma è stato portato all’infarto perchè inseguito da una creatura diabolica di cui e ne rinvengono le impronte. Gli eredi maschi della famiglia dei Baskerville sono infatti, come dice la leggenda, perseguitati da una maledizione che narra di un gigantesco cane che si aggira nella brughiera portando ad una morte violenta a tutti i discendenti. Il dottor Mortimer chiede a Sherlock Holmes di aiutare l’ultimo erede della famiglia Baskerville che presto prenderà possesso del maniero. Sherlock Holmes accetta l’incarico e chiede al suo fedele aiutante Watson di accompagnare Mortimer e di vigilare su Sir Henry a Dartmoor soggiornando nella sua stessa casa e investigando sugli abitanti del paese ognuno con le proprie stranezze dovendo lui trattenersi ancora per alcuni giorni a Londra per termine alcuni lavori . Le indagini di Watson cominciano e conosce, in particolare, il naturalista Stapleton e sua sorella, che in realtà, si scoprirà nel corso del libro, essere sua moglie e, si rende sempre più conto che esiste effettivamente qualcuno o qualcosa che desidera la morte di Sir Henry. Tra le altre cose, la sorella di Stapleton lo implora di far allontanare il conte dal maniero temendo per lui una triste sorte e giustificando questa sua paura come un presentimento femminile. Dalla brughiera giungono continui rumori strani e grida agghiaccianti a riprova di presenze misteriose. E’ proprio in quei giorni che fugge dal carcere del paese un pericoloso criminale che getta ancora di più paura e preoccupazione tra gli abitanti della contea. Una notte Sir Henry e Watson scoprono che i domestici Barrymore inviano strani segnali nella brughiera da una finestra del castello. I due uomini interrogano i domestici che, a riprova della loro fedeltà e della loro innocenza sui fatti accaduti con il conte Charlie, dichiarano di essere disposti a lasciare l’incarico. Di fronte però all’insistenza di Watson, la signora Barrymore svela che i segnali giungono al fuggitivo che altri non è che suo fratello che loro stanno aiutando portandogli del cibo. Henry e Watson partono all’inseguimento del criminale nel tentativo di riconsegnarlo alle autorità ma invano; è proprio durante tale “caccia” che Watson scorge una figura sul picco di una collina. L’istinto investigativo porta Watson ha cercare l’uomo e si ritrova all’interno di una piccola caverna ce scopre essere abitata. Di li a poco compare alle sue spalle niente meno che Sherlock Holmes che da alcuni giorni viveva da eremita nel tentativo di trovare ulteriori indizi stanno all’esterno del contesto in cui viveva Sir Henry Baskerville. I due uomini stanno facendo il punto della situazione sulle indagini quanto un urlo agghiacciante proviene dalla brughiera. I due uomini accorrono sul posto e trovano un uomo completamente sbranato con visibili morsi di cane. Dopo un primo momento di terrore capiscono che si trattava si Selden l’evaso. Sherlock Holmes unitosi a villa Baskerville, osservando attentamente la collezione di ritratti di famiglia dei Baskerville, riconosce in un antenato i lineamenti di uno dei vicini di Sir Henry – il signor Stapleton – che quindi si presume appartenere a quella stirpe e che stava facendo di tutto per appropriarsi della residenza; ma purtroppo mancavano le prove della sua colpevolezza. Il mistero si risolve allorquando Sir Henry viene invitato a cena a casa dei signori Stapleton in una notte di nebbia fitta. L’intento di Stapleton è aspettare che il conte faccia ritorno verso casa per sguinzagliargli l’infernale cane al fine di poterlo sbranare. Ma le cose non vanno secondo i suoi piani perché Holmes intuisce il diabolico piano e riesce a trarre in salvo Sir Henry ammazzando il cane e svelando la vera identità di Stapleton. Holmes non riesce tuttavia a catturare il colpevole scappato nella brughiera, che però trova presumibilmente la sua fine tra le paludi di Grimpen Mire.
I PERSONAGGI
Sherlock Holmes è un investigatore dotato di uno straordinario intuito, dagli occhi vispi e penetranti, una mente arguta ed una ferrea logicità, doti a lui indispensabili per risolvere casi che, all’apparenza, sembrano irrisolvibili.
Alla soluzione dei casi ci arriva con l’intuito, con la ricerca di indizi sul campo e non tende mai ad indovinare.
E’ un grande osservatore ed è attento ad ogni particolare della scena del crimine del contesto e dell’ambiente in cui è avvenuto; neppure il più piccolo particolare viene trascurato.
Questa inclinazione e dote di Holmes si nota, ad esempio, nella storia “l’orologio” dove, l’investigatore, dall’osservazione di un semplice orologio, riuscì a capire le caratteristiche ed i caratteri del proprietario, dove veniva conservato, la salute di quest’ultimo, infatti, la scheggiatura dell’oggetto in prossimità della serratura palesava che si trattava di una persona instabile e probabilmente di un malato o di un alcolista. Sherlock Holmes ha notevoli abilità anche se le stesse sono racchiuse in un uomo dal carattere eccentrico. Holmes viene descritto dall’amico Watson come un uomo dalla grande personalità, dall’intensa capacità di attrarre l’interesse altrui; come un uomo le cui conoscenze apparivano agli occhi della gente ampie e profonde a dispetto però a volte di un elemento di incostanza che lo caratterizzava laddove alternava momenti in cui manifestava energie inesauribili a momenti di profondo ozio.
Il Dottor Watson, è un uomo intelligente e di ottima cultura infatti è laureato in medicina. E’ il fedele amico di Holmes e con lui condivide, oltre che l’appartamento in cui vivono, le indagini ed i misteri che sono chiamati a risolvere. Watson è il completamento perfetto dell’amico nel senso che è un uomo dalle indubbie capacità ma rispettoso del genio di Holmes. E’ un uomo piuttosto chiuso e timoroso e spesso rimane stupefatto delle grandi intuizioni dell’amico che vanno anche oltre i normali ed abituali livelli di comprensione. Watson del resto, pur consapevole dei propri limiti rispetto all'amico, sembra spesso compiacersi di essergli di estremo aiuto e di saper accettare le stranezze di Holmes. Tra i due uomini esiste un affetto ed una stima sincera. La consapevolezza delle capacità di Watson induce Holmes a chiedere al compagno un suo aiuto diretto. Nel “mastino dei Baskerville”, addirittura Holmes, fidandosi delle sue capacità, manda l'amico a fare indagini preliminari prima di intervenire di persona e spesso le conoscenze mediche di Watson si rivelano indispensabili alla soluzione del caso.
TITOLO DELLA STORIA: BARBAGLIO D’ARGENTO
(Arthur Conan Doyle)
1. Notizie di contesto sulla storia.
2. Sera del crimine.
3. Scena del crimine.
4. Ipotesi della polizia.
5. Ricostruzione del caso secondo Homes.
1. “Barbaglio d’Argento” è il nome di un veloce cavallo da corsa, scomparso alla vigilia della Coppa Wessex. Alla sparizione del cavallo si accompagna la morte violenta e misteriosa del suo allenatore, in una storia di corruzione legata al mondo delle scommesse. Barbaglio d’Argento discende da Isonomy e la sua fama non è certamente inferiore a quella del suo celebre antenato. Ha attualmente cinque anni e ha fruttato, al colonnello Ross, che ne è il fortunato proprietario, tutti i primi premi degli ultimi anni. Quando il cavallo scompare, era il favorito per la coppa Wessex e le scommesse lo davano tre contro uno. Era sempre stato il preferito dei frequentatori ippici, che non erano mai rimasti delusi, cosicché anche recentemente erano state puntate su di lui somme enormi. L’allenatore, John Straker, era un fantino in ritiro, che aveva montato a lungo per i colori del colonnello Ross, finché non era diventato troppo pesante per continuare a correre.
2. la sera del crimine, un ragazzo di nome Simpson, era andato a visitare la scuderia di Ross nell’intento di porgli alcune domande sul cavallo ma, venne cacciato via in malo modo. Sempre nella stessa sera, Straker era andato a controllare il cavallo perché era preoccupato per lui e questa fu l’ultima cosa che fece da vivo.
3. Dopo la sera del delitto la polizia trovò il cadavere di straker in una conca. Aveva il cranio spaccato e un taglio molto profondo sulla coscia. Impugnava un minuscolo coltello intriso di sangue fino al manico, mentre nella mano sinistra stringeva una sciarpa di seta rossa e nera, che la cameriera riconobbe subito per averla veduta la sera innanzi al collo dello sconosciuto che le si era avvicinato nei pressi della scuderia. Il cavallo era scomparso e vi erano prove abbondanti, nella mota raccolta nel fondo della conca fatale, che esso si era trovato lì al momento della lotta. La polizia capì che, il presunto assassino, per non farsi scoprire dai guardiani della scuderia, li aveva drogati con dell’oppio in polvere, mettendolo nei loro cibi.
4. Secondo la polizia, l’autore dell’assassinio era Simpson che, dopo essersi impadronito della chiave della scuderia, aveva rapito il cavallo e, mentre si avviava verso la valle, si era imbattuto nell’allenatore costringendolo a colpirlo alla testa con il suo bastone, facendolo rotolare nella conca. simpson nascose poi il cavallo in un nascondiglio segreto. Secondo me, l’interpretazione della polizia non e’ corretta perché, quando Simpson ha rapito il cavallo, i cani avrebbero dovuto abbaiare facendo svegliare i guardiani della scuderia. Visto che questo non accadde sta a significare che l’autore dell’omicidio non può essere stato Simpson.
5. Dopo vari giorni di indagini Holmes capì tutto: Straker, per debiti economici, puntò sul secondo favorito della corsa. Allora decise di azzoppare il cavallo col coltellino che teneva in mano, facendo finta che fosse stato un incidente. In quella notte uscì e, dopo aver messo il sonnifero nel cibo dei guardiani della scuderia, prese il cavallo e lo portò in un posto lontano da king’s Pyland. Quando accese il fiammifero per far luce, il cavallo prese paura e con gli zoccoli lo colpi’ alla fronte facendolo cadere dal dirupo. Mentre cadeva il coltellino che teneva in mano, questi gli trancio’ la coscia. La sciarpa che aveva nella mano sinistra serviva per fasciare lo zoccolo del cavallo. Dopo essersi protetto, Barbaglio d’Argento scappò per la radura dove lo trovò il signor Silas Brown.
TITOLO DELLA STORIA: LA TESTIMONIANZA DEL CHIRICHETTO
(Georges Simenon)
1) Il commissario Maigret è interessato ad un caso molto particolare: Justin, un chierichetto, mentre sta andando a servire la prima messa del mattino, vede un cadavere sul marciapiede ed un altro uomo che scappa in direzione della caserma.
Maigret è la sola persona della polizia a credere al racconto fatto dal bambino perché, sul luogo da lui indicato non si trova alcun cadavere né traccia che possa far pensare ad un fatto simile. In aggiunta non si trovano testimoni che possono, in qualche modo, fornire elementi al caso. Il Commissario comincia l'indagine convinto che il ragazzino non abbia mentito e gli indizi si concentrano su tre elementi: il primo che un signore aveva effettivamente sentito scappare qualcuno alle prime ore del mattino, che un vecchio giudice aveva probabilmente omesso di dichiarare tutta la verità e che il chierichetto non aveva detto proprio tutta la verità.
Maigret capisce che il ragazzino aveva dato una falsa indicazione sul luogo dove era stato commesso il delitto, questo perché l’assassino, essendosi accordo di essere stato visto dal giovane, non era corso verso la caserma ma lo aveva inseguito minacciandolo di ucciderlo se avesse “parlato” e facendogli credere che avrebbe ricevuto un regalo in cambio del suo silenzio.
Maigret espone i fatti a Justin che si vede costretto a dire tutta la verità e così viene arrestato l’assassino che non era altri che un ricettatore che aveva ammazzato per un regolamento di conti.
Maigret premia il coraggio di Justin offrendogli in dono la tanto desiderata bicicletta.
2) Justin è costretto a dare una diversa indicazione del luogo del delitto perchè minacciato dall’assassino; il chierichetto decide di indicare la casa del vecchio giudice perché era l’unica persona che conosceva in quella zona.
3) Justin ha deciso di dire mezza verità perché aveva paura dell’ assassino che gli aveva detto che l’avrebbe ucciso se avesse raccontato a qualcuno ciò che aveva visto e perché, in cambio del suo silenzio, gli era stata promessa dall’omicida la tanto desiderata bicicletta.
4) Maigret è spinto a credere al ragazzo per tre fattori: il primo è che il ragazzo racconta con estrema minuziosità l’accaduto cosa verosimile per un ragazzo da tutti considerato come sincero e giudizioso. Il secondo motivo è dato dalla descrizione che ne fa il ragazzino dell’uomo morto riferendo particolari che solo chi ha visto realmente un cadavere può dare; si consideri che la madre di Justin aveva assicurato al Commissario che il figlio non aveva mai visto cadaveri in vita sua.
Ed il terzo motivo è che Maigret è convinto che un bambino dell’età di Justin non riuscirebbe ad inventare una storia così drammatica senza averla realmente vissuta. Maigret sostiene che i bambini possono far confusione ma non possono inventare.
5) Maigret interrogò il vecchio giudice che era una persona dalla voce stridente e con un modo di fare molto aggressivo e feroce. Dopo l’interrogatorio, uscendo dalla sua casa, Maigret ha la netta impressione di essere stato imbrogliato convinto che il giudice aveva omesso di raccontare qualcosa, che però non è stato in grado di scoprire.
6) In questo racconto emergono molte caratteristiche di Maigret:
· Grande spirito di osservazione;
· Grande intuito;
· Grande immedesimazione;
· Tenacia nell’arrivare alla soluzione anche con trentanove di febbre;
· Interroga più volte i testimoni, dimostrando grande capacità di ascolto;
· Durante gli interrogatori mette a proprio agio i testimoni così da indurli a confessare cose che non vorrebbero dire.
· Determinazione nel dare ordini agli altri poliziotti.
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